Lascia un commento

Piove sul bagnato.

Gli accadimenti di questi giorni, portano a riflettere sulla fragilità del nostro territorio.
Si continua a trascurare l’evolversi dei fattori climatici, anche se, il nostro Paese, periodicamente, è soggetto a catastrofi naturali di grave entità.
Terremoti ed alluvioni costringono la nostra popolazione a pagare un “tributo” fisso, per l’incuria e per la superficialità con cui le nostre amministrazioni affrontano il problema; senza criterio ne logica, senza un progetto di salvaguardia dei nostri agglomerati urbani. Spesso intorno ai fiumi dove insistono coltivazioni e allevamenti e comunque attività rurali, argini o barriere di contenimento sono insufficienti, tanto da non lenire i danni delle piene, provocate dalle forti piogge torrenziali.
La necessità e l’urgenza è proprio, impegnare fondi per una ricostruzione edilizia che rispetti norme antisismiche o architetture che contengano gli argini, senza assistere all’ennesima speculazione, dove tempi e costi sono triplicati e ad ennesimi avvoltoi che, di questi drammi, ne fanno un business. La condizione che vive il cittadino, privato della sua casa, dei suoi affetti e del suo lavoro, comporta in esso una profonda crisi esistenziale e lo Stato deve urgentemente impiegare tutte le proprie forze per sopperire al disagio e alla frustrazione.
Dobbiamo riappropriarci del nostro territorio e impedire ad una Politica negligente, spesso grossolana e “spendacciona” di sfruttare e mercanteggiare sulle nostre vite.
L’auspicio é che i nostri amministratori, coadiuvati dai ministri interessati, affrontino e dispongano seriamente un percorso di orientamento della Politica in tale direzione e promuovano un risanamento dell’assetto geografico del Paese, sempre che la volontà di fare bene, prenda il “sopravvento” sull’interesse privato.

[Marina Pomante]l5zlellumfc5jcsnq0g9-900x500

Lascia un commento